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Osservatorio “Corporate Social Responsibility & Green ICT”

Osservatorio “Corporate Social Responsibility & Green ICT”

Il Comitato Strategico dell’associazione ha ritenuto conveniente ed utile la costituzione dell’Osservatorio in questione al fine di sondare gli aspetti politici e regolatori di un settore che non riguarderà solamente i ruoli manageriali e professionali dei soggetti preposti alla guida delle aziende, ma l’intero arco delle loro strategie tecnologiche e di mercato, oggetto, contemporaneamente, dei rispettivi piani industriali e di specifico business e del quadro legislativo e regolatorio.

20 maggio 2010
Come da programma, si è svolto il 20 maggio 2010 a Milano presso la sala “Donzelli” del palazzo dei Giureconsulti l’ Osservatorio “CSR & Green ICT” di ANFoV.
Ai lavori hanno preso parte, oltre al vertice dell’associazione, due aziende associate – Telecom Italia e Alcatel-Lucent – ed un esponente dell’ente di certificazione “Bureau Veritas Italia”.
L’intervento di Telecom Italia ha fornito anche un aggiornamento del quadro internazionale ed europeo in materia di efficienza energetica e di sostenibilità dell’Ict, risottolineando, con ampi e qualificati esempi, la certezza che l’ICT sia parte integrante non solo di un problema ma anche di una soluzione.
L’intervento di Alcatel-Lucent ha fornito un’ampia testimonianza sulle iniziative intraprese a livello di impresa per garantire la sostenibilità aziendale dei progetti CSR legati all’ICT, sia a livello di responsabilità gestionale, soprattutto in ambito di Energy Management, sia a livello di comportamenti aziendali.
L’intervento di Bureau Veritas Italia ha fornito una panoramica sulle attuali certificazioni della “Carbon Economy”, descrivendo tutte le misure e le procedure in uso per rendere efficaci le certificazioni cui si sottopone volontariamente un numero di aziende sempre più elevato anche al fine di migliorare la propria immagine aziendale nei confronti di clienti e investitori.
L’ANFoV accompagnerà i futuri lavori dell’Osservatorio con la messa a punto in parallelo di una bozza di Codice Etico elaborato in collaborazione con alcuni enti istituzionali ed organizzazione private.
Il resoconto completo degli interventi – corredato dalle dettagliate esposizioni e dalle successive iniziative che l’Osservatorio si appresta ad intraprendere in questo delicato settore – è reso disponibile esclusivamente alle aziende associate.
Il materiale sarà inviato a chi tra esse, verificata l’appartenenza all’associazione, ne farà opportuna richiesta secondo la procedura da poco instaurata.

4 giugno 2009
Il 4 giugno 2009 a Milano presso Palazzo Giureconsulti si è tenuto l’Osservatorio ANFoV sul tema della responsabilità sociale dell’impresa (CSR) e dell’impatto ambientale dell’ICT.
Nel suo saluto introduttivo, il Presidente di ANFoV, Dr. De Tommaso ha sottolineato che l’importanza del tema non è ancora del tutto recepita in Italia. Già ora, tuttavia, si prefigurano crescenti obblighi normativi che avranno un impatto sempre maggiore sui comportamenti delle imprese.
Nella relazione introduttiva, il Prof. Avv. Carlo Rossello, Responsabile dell’Osservatorio, ha sottolineato che il tema della CSR è sempre più attuale, anche a causa dell’origine e degli sviluppi della attuale crisi economica, soprattutto rispetto ai soggetti più deboli come i consumatori.

La relazione ha brevemente illustrato quali sono le fonti normative che regolano attualmente la responsabilità sociale delle imprese, e che si possono sintetizzare nelle seguenti categorie:

  • autoregolamentazione, situazione in cui il soggetto elabora in modo unilaterale, anche se talvolta di concerto con le altri parti interessate, un insieme di regole e si impegna ad osservarle.
  • la cosiddetta “soft law”, non una norma in senso proprio ma linee guida o buone prassi, cioè indicazioni cui le imprese possono assoggettarsi su base volontaria
  • redazione di bilanci e strumenti di rendicontazione, attenti alla sostenibilità
  • infine i sistemi di certificazione della qualità, ISO o certificazioni di enti.

Come si vede, quindi, un quadro poco normato dal legislatore e affidato essenzialmente alla buona volontà dei soggetti in causa.
La carenza normativa che si coglie a livello complessivo, si spiega con una sorta di gioco al ribasso degli stati ad economia avanzata. Questi hanno cercato di non gravare con provvedimenti costrittivi sulle loro imprese che devono confrontarsi con concorrenti internazionali assoggettati a minori restrizioni e gravami, per quanto riguarda ambiente e lavoro.

A livello sovranazionale, gli enti che hanno dato maggiore impulso alle linee guida sono stati OCSE, ILO, Banca Mondiale e Fondo Monetario. In generale, tuttavia, queste linee guida hanno riguardato non tanto l’ambiente ma piuttosto temi come la protezione dei consumatori, il divieto del lavoro minorile, la trasparenza dell’informazione, la lotta alla corruzione, e la tutela della concorrenza.

A livello europeo, i riferimenti più importanti si ritrovano tra gli obiettivi di Lisbona, in particolare riguardo a “crescita economica sostenibile, con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale” e nel Libro Verde del 2001 “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”. Sempre a livello europeo, va ricordata la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, che incentiva l’applicazione e diffusione di codici etici, coinvolgendo le associazioni dei consumatori e altri soggetti interessati, come le autorità garanti.

Anche in assenza di obblighi, l’assoggettamento alle linee guida o la certificazione richiesta dall’impresa stessa, possono portare benefici non solo di immagine ma anche economici. Questo avviene se, ad esempio, la certificazione costituisca titolo privilegiato o esclusivo per accedere a richieste di finanziamenti pubblici o se l’impresa venga valutata sulla base di indici che tengono conto dell’impatto della responsabilità sociale.

Nella conclusione della relazione introduttiva, il Responsabile dell’osservatorio ha ricordato gli obiettivi dell’osservatorio medesimo:

  • individuare la normativa esistente a livello europeo, attuale o in corso di definizione
  • fornire una ricognizione della normativa esistente sul tema specifico del risparmio energetico nel settore delle telecomunicazioni ed, eventualmente
  • stendere anche un modello di codice etico, finalizzato al profilo di CSR nella parte relativa al risparmio energetico

Dopo la relazione introduttiva, sono state presentate esperienze e casi di CSR e impatto ambientale dell’ICT.

Il dr. Marco Pasculli, di Nortel, ha presentato il caso “Nortel e la tematica Green ICT, la nostra Azienda come caso reale”.
L’azienda, che ha presenza e cultura nord americana, è da tempo impegnata sul tema della responsabilità sociale. Azioni di formazione e responsabilizzazione hanno riguardato le risorse interne ma anche gli altri attori della filiera, come clienti e fornitori.
L’azienda ha cercato, innanzi tutto, di trasformare il modo di agire e lavorare, rivedendo concetti e pratiche relative a:

  • Prossimità. E’ evidente che le scelte di localizzazione di un’impresa e delle sue unità locali sono spesso eredità del passato e sono difficili da modificare. Ogni volta si debbano scegliere nuove localizzazioni, la scelta dell’azienda è di privilegiare luoghi prossimi ai nodi di accesso, come autostrade, metrò, aeroporti, per diminuire tempi e consumi. Il criterio di prossimità è applicato anche alla scelta dei fornitori esterni. Rispetto ai dipendenti, si cerca si spingere il trasporto condiviso e di privilegiare i veicoli a basso impatto.
  • Per il consumo energetico, la scelta dell’azienda è stata di convertire gli impianti con sistemi più efficaci e se possibili automatizzati. Un’altra pratica attuata è di centralizzare il controllo di tutti i sistemi energetici, in base anche ai picchi di consumo.
  • Nortel persegue la trasformazione dei processi IT, riducendo i consumi, cercando di virtualizzare e compattare i server e ottimizzando lo spazio di archiviazione. In prospettiva si ridurrà il numero dei data center da 11 a 2.
  • Infine, è in atto la trasformazione di ogni singola postazione di lavoro. Ciò avviene intervenendo sul modo di operare del singolo dipendente. L’80% dei dipendenti è dotato di strumenti di telelavoro e il 10% lavora esclusivamente in telelavoro. Tutto ciò ha portato a ridurre drasticamente spazi e consumi, con un impatto su trasporti e inquinamento.

La riorganizzazione del lavoro è stata resa possibile dalla disponibilità della “banda larga” e di strumenti come il VoIP, più efficienti sia rispetto alla produttività del lavoro che ai consumi. I benefici conseguiti sono stati misurati e consistono in: minori trasferte, sia commerciali che per riunioni interne, migliore efficienza e migliore produttività del lavoro, minore impatto ambientale, in termini di emissioni. Pur salvaguardando la necessaria quota di contatti personali, essenziale per l’attività di un’azienda, i risparmi che si possono conseguire sono imponenti.

L’ing. Flavio Cucchietti, Senior Project Manager, Wireline Access Infrastructure Innovation, di Telecom Italia ha presentato il caso “L’efficienza energetica: prospettiva dell’operatore di telecomunicazioni”.

La presentazione ha offerto un’interessante prospettiva internazionale del problema dell’approvvigionamento energetico. L’ing Cucchietti ha sottolineato come l’attuale crisi economica e l’abbassamento dei prezzi abbiano temporaneamente oscurato il problema del depauperamento delle fonti di combustibile fossile. Tale problema, anche in forma di forti shock, però, si ripresenterà sicuramente insieme all’auspicata ripresa.
Ma qual è il ruolo dell’ICT? L’ICT è parte del problema e può, allo stesso tempo, essere un elemento della soluzione. L’ICT contribuisce a virtualizzare il lavoro e i contenuti, abbattendo quindi l’impatto ambientale delle attività economiche, ma le reti di TLC rappresentano oltre l’1% del consumo globale di energia elettrica, il parco dei dispositivi presso i clienti, soprattutto residenziali aumenta e sta avvenendo una vera esplosione dei consumi.
Anche presso gli operatori di TLC si registrano incrementi dei consumi energetici. Sistemi e apparati sono più efficienti ma la loro estensione e il miglioramento degli standard di servizio hanno portato complessivamente ad un incremento dei consumi. Telecom Italia ritiene che ci siano margini di recupero che andrebbero perseguiti anche attraverso un’analisi più attenta degli impatti delle varie tecnologie disponibili, anche se è evidente che la scelta è comunque guidata anche da considerazioni di mercato. Uno studio in questo senso è stato fatto da Telecom Italia riguardo alle varie soluzioni possibili per la fibra, i cui consumi energetici possono variare anche notevolmente.
Per quanto riguarda gli apparati, c’è ancora moto spazio per l’ottimizzazione. Gli sforzi in questo campo devono essere coordinati e andare verso una standardizzazione sempre più spinta. In questo processo sarà determinante la collaborazione tra i vari operatori ed enti internazionali.
Collaborazione, standardizzazione e comunicazione verso i clienti dovranno essere le linee guida per perseguire un strategia efficace di efficienza energetica.
Non appare superfluo peraltro osservare che nei piani di Telecom Italia per l’implementazione delle NGN sotto il profilo architetturale venga adeguatamente considerato l’aspetto dell’impatto energetico, in coerenza con le posizioni assunte al riguardo da Agcom e dalla Commissione dell’Unione Europea.
Telecom Italia ha peraltro sottoscritto il “Codice di condotta” elaborato dalla Commissione europea sul Broadband.

L’ultimo intervento della giornata, a cura della dr.ssa Claudia Strasserra, CSR Market Developer di Bureau Veritas Italia ha riguardato “Il valore aggiunto di un sistema di gestione della responsabilità sociale”.

Il titolo è legato alla domanda che molte aziende si pongono riguardo al tema della responsabilità sociale: qual è il valore aggiunto? Quali possono essere i benefici per un’azienda che decida di certificare il proprio sistema di gestione della responsabilità sociale?

La presentazione è partita da un’analisi del concetto di CSR, che comprende la capacità di conciliare interessi economici, sociali ed ambientali. Il sistema presentato da Bureau Veritas è quello che si ispira alla SA8000 per la responsabilità sociale e che non comprende l’ambiente in senso stretto, coperto invece dal sistema di certificazione ISO 14001. I due sistemi sono simili nell’impianto teorico e nell’approccio.
Lo scenario per la certificazione della responsabilità sociale parte dalla ricognizione dei diversi interessi delle parti coinvolte (proprietà, management, risorse umane, clienti, fornitori, comunità). Ciascuno di essi può esprimere anche interessi antitetici che dovranno essere riconciliati. L’obiettivo dell’azione di certificazione è fornire un metodo, definire obiettivi e traguardi e monitorare. Il metodo è neutro, il contenuto deve essere condiviso con l’azienda.
Due comunque sono gli elementi chiave: coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate e monitoraggio nel tempo degli obiettivi.
Le aree coperte da questo sistema di certificazione riguardano essenzialmente il rispetto della normativa sul lavoro e sulle retribuzioni, la sicurezza, le prospettive di crescita, le pari opportunità, l’impatto ambientale e sulla comunità circostante. Lo scopo è di verificare non solo che l’azienda che intende certificarsi sia in regola con gli obblighi previsti dalla legge, ma anche che sia attiva nel favorire gli obiettivi sociali e della conciliazione.

Ma qual è, appunto, il beneficio per un’azienda che decida di certificarsi?
Molteplice, perché comprende vantaggi relazionali, maggiore soddisfazione delle risorse e quindi fedeltà anche nei periodi difficili, sostenibilità dell’attività anche rispetto all’ambiente circostante. Sempre più spesso, inoltre, la certificazione etica costituisce titolo preferenziale o esclusivo per partecipare a gare di appalto pubbliche.
L’Osservatorio si è concluso con il ribadimento dell’obiettivo finale dell’associazione: elaborare, attraverso una ricognizione “cartacea” – che pur si presenta laboriosa – delle normative esistenti nei vari comparti (dal settore delle costruzioni e delle attività produttive a quello delle telecomunicazioni – una traccia di “Codice di condotta” per le aziende dell’ICT, finalizzato ad una serie di profili che hanno a che fare con l’”eco compatibilità”.
Un codice che non promani unilateralmente dagli operatori, ma si sviluppi in un contesto “in contradditorio” con enti quali Agcom, le organizzazioni dei consumatori, le Camere di commercio ed anche con il contributo di enti certificatori, come Bureau Veritas, che ha oggi fornito una interessante chiave di esperienza maturata sul campo e che potrebbe partecipare, quindi, insieme ai soggetti sopra indicati, alla stesura di una prima ossatura di Codice etico dell’ANFoV, da verificare successivamente nell’ambito dell’Osservatorio con confronti e contributi ulteriori fino ad evolvere verso il varo definitivo.
L’associazione pianificherà questo lavoro attraverso gli input che le perverranno dal Responsabile dell’Osservatorio, Prof. Avv. Carlo Rossello.

documenti consultabili:

Nortel e la tematica Green ICT, la nostra Azienda come caso reale
Dr. Marco Pasculli – Nortel.

L’efficienza energetica: prospettiva dell’operatore di telecomunicazioni
Ing. Flavio Cucchietti – Senior Project Manager, Wireline Access Infrastructure Innovation, di Telecom Italia.

Il valore aggiunto di un sistema di gestione della responsabilità sociale
Claudia Strasserra – CSR Market Developer

 

26 maggio 2008
Il 26 maggio 2008 si è tenuta la riunione d’avvio dell’Osservatorio “Corporate Social Responsibility”, (CSR). La riunione ha offerto una panoramica degli aspetti politici e regolatori della CSR ed ha presentato casi di aziende che hanno attuato azioni concrete di risparmio e sviluppo sostenibile.

Il tema oggi in Italia


Il presidente Achille De Tommaso, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato la rilevanza del tema e, al contempo, l’attenzione ancora scarsa di cui è oggetto in Italia. Mentre tutte le aziende sono sensibili ai temi dello sviluppo economico e dell’equità sociale, la responsabilità verso l’ecosistema è complessivamente meno sentita. La sfida, però, non può essere ignorata. Ne va, innanzi tutto, del futuro delle nuove generazioni, ma anche le implicazioni economiche non sono trascurabili.
Sempre più consumatori, infatti, riconoscono un primato alle aziende socialmente responsabili e penalizzano chi mostra di ignorare questi principi. Inoltre, è destinato a farsi sentire presto l’impatto regolatorio: la conformità a principi etici e di responsabilità sociale (una nuova forma di “etica d’impresa”) si avvia a diventare un requisito essenziale per lavorare ad esempio più efficacemente e più speditamente con le Pubbliche Amministrazioni.

Il quadro normativo


Il professor Carlo Rossello, responsabile dell’Osservatorio, ha tenuto un’ampia prolusione su “Il Risparmio energetico per gli operatori ICT e TLC tra responsabilità sociale dell’impresa e regolamentazione normativa“.
Ciò che caratterizza il settore è un sostanziale vuoto normativo, cui supplisce un’ampia attività di autoregolamentazione, guidata dalla presenza di numerose buone pratiche e linee guida, emesse da vari organismi, soprattutto internazionali.
Questa situazione nasce dal fatto che l’economia ha un respiro e una dimensione globali, ed un’evoluzione rapidissima. La politica e il diritto, invece, faticano a tenere il passo con la velocità dei cambiamenti ma, soprattutto, continuano ad avere una dimensione nazionale che è manifestamente insufficiente a governare i fenomeni in atto. Questo vuoto, come appare ineluttabile, deve essere comunque presto riempito.
Dotarsi di codici etici e ottemperare a regole di condotta -anche autodefinite- diventerà sempre più necessario, sia per evitare interventi autoritativi del legislatore, sia perché il mercato sempre più spesso lo richiede.

Esperienze e proposte


Il Dr. Vincenzo D’Ambrosio, Direttore Marketing di COLT Telecom, ha presentato i risultati di un progetto realizzato in azienda “CSR – Dalle parole ai fatti, il risparmio della carta un esempio concreto“. Sostenibilità ed attenzione all’ecosistema si devono concretizzare in azioni, e Colt ha varato un progetto di educazione delle risorse umane ai temi ambientali, dall’efficienza energetica alla mobilità. Sullo specifico tema del risparmio di carta, l’azienda ha ottenuto risultati importanti, che possono costituire un esempio di buona pratica.
In quest’area, molto ci si aspetta dalla diffusione della firma elettronica, della posta elettronica certificata e dalla fatturazione elettronica. Sull’esempio di quanto è successo in altri paesi europei, sarà soprattutto la Pubblica Amministrazione ad esercitare una spinta in questa direzione.

Il Dr. Federico Isenburg, Partner di Muoversi srl, ha presentato: “La responsabilità sociale e la mobilità sostenibile“. Il problema della mobilità è uno dei grandi temi della CSR e riguarda non solo l’azienda e le sue risorse, ma anche il rapporto con la comunità locale dove l’azienda opera.
Anche riguardo alla mobilità, manca un inquadramento normativo forte: la presenza di un mobility manager è obbligatoria per le aziende al di sopra di una certa dimensione, ma non sono previste sanzioni per chi non istituisca questa funzione. L’intervento del dottor Isemburg ha posto in luce gli approcci possibili ai vari temi, come gli spostamenti casa-lavoro, la gestione delle flotte di veicoli aziendali e viaggi di lavoro; notevoli, e documentati, i risparmi e gli impatti che ne possono derivare.

In questo scenario, l’Osservatorio ANFoV si propone di costituire sistematico luogo di di monitoraggio sul quadro giuridico e normativo e di confronto e riflessione tra le aziende del settore IT e TLC in Italia.
Un aggiornamento dell’Osservatorio è in programma nei primi mesi del prossimo anno.

L’Osservatorio permane nell’originario assetto da cui ha preso le mosse ad inizio 2008, ampliandone l’area di monitoraggio e studio con il fronte contiguo del ruolo che le imprese ICT possono industrialmente svolgere proponendo prodotti, sistemi e servizi per raggiungere il comune e supremo obiettivo del risparmio energetico e del “rispetto” ambientale.
Il rispetto ambientale e il risparmio energetico sono infatti oggi considerati, com’è noto, due aspetti molto importanti nella nostra società a seguito della necessità di contenere le emissioni di CO2, di ottimizzare l’uso delle risorse naturali e di compensare i costi crescenti di energia, suggerendo in primis alle aziende interessate di attrezzarsi, anche dal punto di visto organizzativo, perché al proprio interno tali obiettivi siano massimamente raggiunti.
L’efficienza energetica sta diventando una priorità oggi assoluta per le aziende, che, secondo una ricerca di Deloitte Consulting, spendono dal 30% al 40% del consumo energetico in IT.
La finalità di proporre un accorpamento del titolo (Green ICT) a quello dell’Osservatorio CSR già operativo in ANFoV è quella di esplorare ulteriormente gli scenari e le modalità con cui le tecnologie ICT emergenti possano contribuire a ridurre l’inquinamento e la bolletta dell’energia, con benefici per la comunità e per le aziende.
L’Osservatorio CSR, così ampliato, continuerà quindi ad occuparsi di tale delicata materia, proseguendo le analisi e le prospettazioni di soluzioni, già apparse peraltro, con significativo impatto sull’attenzione delle aziende partecipanti, nelle sue precedenti edizioni (si vedano, in particolare, sul sito web dell’associazione, gli aspetti normativi e i case histories presentati da Colt Telecom e Muoversi srl).

documenti consultabili:

Introduzione
di Achille De Tommaso – presidente.

CSR – Dalle parole ai fatti, il risparmio della carta un esempio concreto
Dr. Vincenzo D’Ambrosio – COLT Telecom.

La responsabilità sociale e la mobilità sostenibile
Dr. Federico Isenburg – Partner di Muoversi srl.

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