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Osservatorio “Tecnologie e infrastrutture di accesso innovative”

Osservatorio “Tecnologie E Infrastrutture Di Accesso Innovative”

Osservatorio “Tecnologie e infrastrutture di accesso innovative”

Nell’ambito dell’attività di monitoraggio ed approfondimento delle soluzioni tecnologiche innovative che caratterizzano tuttora lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni, l’ANFoV propone una forma di ulteriore analisi e confronto con l’istituzione di un nuovo Osservatorio. Il focus sarà quello essenzialmente di analizzare il livello di innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuove soluzioni infrastrutturali in un segmento chiave dello scenario competitivo per le reti di comunicazione elettronica: il segmento dell’accesso all’utente finale.

L’Osservatorio, che ha come titolo “Tecnologie e infrastrutture di accesso innovative”, va a integrare la corposa serie di iniziative portate avanti dall’ANFoV sullo sviluppo delle nuove reti avviate attraverso i precedenti osservatori, come quello sulla tecnologia WiMax e, in particolare, sulle Reti di Nuova Generazione (NGN/NGAN).

Obiettivo primario dell’Osservatorio sarà lo studio degli elementi di innovazione tecnologica e delle soluzioni infrastrutturali che, già da oggi, e maggiormente in proiezione futura, potranno garantire il superamento dei vincoli e dei limiti nell’accesso, in termini universali, alla connettività in banda larga.

Nell’ottica di sviluppare un contributo che stimoli l’interesse degli associati, l’Osservatorio aprirà i suoi lavori focalizzandosi su tre tecnologie che, con ruoli complementari, stanno, già oggi, cambiando il paradigma di accesso alla Rete. In particolare: le reti WiFi, lo standard LTE, le reti satellitari.

Le reti WiFi hanno già cambiato le abitudini di molti di noi e l’evoluzione prossima ventura identificata come WiFi 2, promette velocità di accesso impensabili già pochi anni fa su reti radio a bassa potenza.

Lo standard LTE acquisito nelle nuove reti radiomobili, si avvia, probabilmente già dalla fine di quest’anno, dopo la fase di sperimentazione e il rilascio delle licenze nei principali paesi europei, ad entrare in esercizio per garantire agli utenti, in particolare nelle aree urbane, esperienze di connettività a banda larga in mobilità simili e, in alcuni casi, superiori.

Le reti satellitari di nuova generazione, con l’avvento dei nuovi satelliti in banda Ka, possono già oggi annullare il Digital Divide e sostituire, con prestazioni e affidabilità equivalenti, gli accessi in tecnologia ADSL ove questi ultimi sono poco performanti.

11 dicembre 2014

Lo stato della Rete, la sua evoluzione dal punto di vista tecnologico, l’opzione satellitare e il Wi-fi: sono stati questi gli argomenti discussi nell’Osservatorio di cui sopra al quale hanno partecipato le principali società di telecomunicazioni

Paolo Cristoforoni, responsabile della pianificazione tecnica di Fastweb ha aperto la discussione offrendo qualche dato sulla crescita della società. “Nel gennaio 2007 avevamo un milione di clienti e venti giga di traffico nei punti di peering point. Oggi i clienti sono raddoppiati e il traffico è arrivato a 360 gb”. Per quanto riguarda le applicazioni, il video la fa da padrone e ci si sposta sempre di più da applicazioni di tipo peer to peer alle Ott (Over the top).

L’applicazione di Facebook infatti è cresciuta del 600% dal novembre 2013 a oggi. A questi movimenti Fastweb ha risposto con un’offerta che ha raccolto i favori di due milioni di clienti, il 30% di market share nell’enteprise e 200mila clienti nell’ultrabroadband.

Quasi completato il piano Ngn che prevedeva la copertura del 20% del mercato con circa 13.500 cabinet stradali con tecnologia Fiber to the street (FTTS) che ha permesso di avere collegamento con una velocità media di 70 Mbps, Fastweb è partita con un secondo piano “per aggiungere ulteriore potenziale, con 8000 cabinet per 5 milioni di potenziale di mercato e il 30% di copertura”.

L’alta qualità della rete in rame giustifica la scelta verso la Ftts. “In più – aggiunge Cristoforoni – le distanze tra gli edifici e i cabinet sono limitate e favoriscono le perormances. Il 25% degli edifici è entro i 100 mt. dal cabinet e il 25% entro i 250 mt.”. Ed entro il 2016, attraverso l’utilizzo di una soluzione simile al vectoring, sarà possibile, in funzione della distanza, raggiungere una velocità di 450 Mb.

Da parte sua Telecom Italia ha scelto la tecnologia FTTC (Fiber to the cabinet), simile a quella di Fastweb, che arriva a una distanza massima di 400 mt. dal cliente. “FttCab – ha precisato Paolo Dal Bono –permette di utilizzare la rete in rame, è scalabile, ragionevolmente eeconomica e soprattutto offre grande rapidità nel deployment”. In attesa del “sacro Graal” dell’FTTH (Fiber to the home) che per ora opera solo in un paio di zone di Milano, Telecom è arrivata a una copertura del 27% della popolazione con 120 comuni.

Nel mobile, invece, la rete LTE ha superato il 54% della popolazione outdoor, con 745 comuni. Maggiore throughput, maggiore capacità, rete ip nativa, minore latenza e supporto della qualità del servizio end to end sono i plus di questa tecnologia che vede già l’arrivo della versione Advanced in attesa del 5G.

La copertura del 4G di Vodafone vale circa il 75% della popolazione con 80 città. Il piano prevede però di arrivare a 110 centri entro marzo del prossimo anno. Anche Vodafone si sta muovendo sul fisso con l’allestimento di 30.000 cabinet entro i prossimi due anni che dovrebbero permettere di raggiungere 150 città italiane. “Si tratta di un passaggio per arrivare alla Ftth”, osserva Sandro Falleni di Vodafone, che rileva la spaventosa crescita dello streaming video. La decisione unilaterale di Facebook di fare partire in automatico i video sulle pagine degli utenti, infatti, ha messo a dura prova le reti di tutti gli operatori. E la spinta sul 4G che ha portato un milione di clienti con una crescita del traffico del 60%. Secondo la rete Vodafone il 70% del traffico arriva da social e multimedia, ma i segnali che arrivano da Uk danno in forte crescita servizi video (come Netflix) e applicazioni come (Snapchat).

Stefano Festa, di Eutelsat ha illustrato le potenzialità del satellite, competitivo soprattutto nelle aree di digital divide che permette una velocità di circa 22 Mbps anche se già si pensa al lancio di nuovi satelliti per arrivare alla soglia dei 30. La brand awareness è il maggiore problema di questo tipo di soluzione per la quale si pensa anche alla vendita diretta sul territorio e l’avvio di partnerrship con altri operatori.

L’ultima parte dell’incontro ha affrontato il tema di una recente proposta di legge che ha raccolto il sostegno di oltre un centinaio di parlamentari che prevede l’obbligo del Wifi gratuito per i negozianti. Per i commercianti questo si traduce in un nuovo balzello, mentre appare difficile che una simile misura possa incidere più di tanto sull’utilizzo della rete in Italia. Pur apprezzando l’interesse del Parlamento per lo sviluppo delle telecomunicazioni, i partecipanti all’incontro hanno sottolineato la scarsa opportunità di imporre ai commercianti il wifi gratutito per i clienti, mentre sarebbe importante utilizzare questo tipo di tecnologia come abilitatore per dare accesso a una serie di servizi. Un wifi “riempito” di contenuti appare la strada più indicata, anche se di sicuro non dovrebbe essere prevista l’obbligatorietà.

18 aprile 2012

Il 18 aprile 2012, si è tenuto a Milano l’osservatorio ANFoV “Tecnologie e infrastrutture di accesso innovative”, focalizzato su tre tecnologie che, con ruoli complementari, stanno, già oggi, cambiando il paradigma di accesso alla rete: WiFi, LTE, reti satellitari.

Il presidente e responsabile dell’osservatorio Achille De Tommaso, amministratore delegato di Skylogic, ha introdotto i temi dell’Osservatorio.
De Tommaso, richiamando il contenuto di una sua intervista che sarà pubblicata sul Corriere delle Comunicazioni, ha ricordato che solo la crescita della produttività, che è strettamente legata all’uso ottimale delle tecnologie digitali più avanzate, può portarci fuori dalla grave crisi che la finanza speculativa ha creato nel mondo occidentale. Tutti sono d’accordo sul fatto che l’ICT e le reti siano importanti per lo sviluppo economico e sociale e che questo sia penalizzato dai mancati investimenti in infrastrutture. Tutto vero, ma è anche necessario affrontare il tema dell’efficienza nell’uso delle tecnologie; efficienza che, in Italia, è legata ad un preoccupante deficit culturale. Ancora oggi le aziende usano poco internet, anche dove è disponibile. Senza una cultura tecnologica diffusa si corre il rischio che le infrastrutture siano sotto utilizzate. L’agenda digitale, secondo De Tommaso . dovrebbe proporsi innanzi tutto di sfruttare le migliori risorse tecnologiche già esistenti, in particolare quelle wireless, come le tecnologie satellitari e WiMax, e in futuro LTE. Nel medio-lungo periodo, però, l’obiettivo è di lavorare sulla cultura tecnologica, soprattutto a livello manageriale, e sul potenziamento e la valorizzazione dell’innovazione.

Giovanni Guerri , presidente & CEO Guglielmo srl, responsabile della sezione WiFi dell’osservatorio, ha presentato “Le reti WiFi nella prospettiva dell’internet delle cose (IoT)”, materia ancora poco sistematizzata ma molto importante. Guerri è partito dalla considerazione che il wi-fi è un asset per l’accesso. Ha una distribuzione capillare sul territorio, ha dei limiti all’utilizzo che sono però compensati dalla sua economicità; la diffusione dei dispositivi mobili sta accentuando la sua importanza. Guerri ha illustrato le caratteristiche della piattaforma di autenticazione che consente di gestire e governare l’accesso wi-fi geografico. Il punto chiave per implementare internet delle cose è avere delle regole condivise sull’accesso. Queste regole già ora sono abbastanza standardizzate e si è cominciato ad erogare servizi in misura significativa. Guerri ha fornito alcuni esempi di applicazioni realizzate in alcuni settori, come le info sul traffico. Il punto chiave, secondo Guerri, è quello di riuscire a spostare il valore aggiunto sulle componenti di servizio, trasmettere la percezione di questo valore all’utente e quindi determinare la condizione per creare delle revenues apprezzabili.

Achille De Tommaso ha presentato i risultati di uno studio dal titolo ”Elementi di disponibilità e reale utilizzabilità dell ’LTE nelle reti di accesso” (Aspects of LTE deployment in Europe”. E’ uno studio che compara i livelli di diffusione e le caratteristiche di LTE in Germania, Francia e Regno Unito. De Tommaso ha illustrato il modello di business e le politiche di prezzo rispetto ai clienti, che hanno come riferimento le tecnologie mobili. Un elemento importante, sottolineato da De Tommaso, è che LTE garantisce gli standard relativi alla copertura complessiva più che alla velocità, e che rimangono comunque dei problemi di copertura all’interno degli edifici, così come nelle zone di montagna. Riguardo alla domanda se LTE possa contribuire a superare il digital divide, lo studio dimostra che nei paesi analizzati LTE può essere parte della soluzione ma certamente non la soluzione definitiva. Mentre nelle aree urbane, LTE dovrebbe contribuire a risolvere i problemi di congestione del 3G, nelle aree rurali le esperienze fin qui realizzate dimostrano che per mantenere la profittabilità del business gli operatori devono agire limitando l’utilizzo delle infrastrutture e agendo su celle piuttosto ampie (5KM) che possono ovviamente creare qualche limitazione agli standard di servizio. Nelle aree rurali, inoltre, il modello mostra che la cella deve avere 400/500 sottoscrittori per essere profittevole.  Portare LTE nelle aree rurali non è generalmente un obiettivo commerciale degli operatori. Nei paesi analizzati, gli operatori hanno mantenuto gli obblighi di copertura, che normalmente indicano una quota del 10% di popolazione che può rimanere scoperta, ma le aree dove il modello di business non è remunerativo, probabilmente non saranno mai raggiunte. In sintesi, quindi, le limitazioni tecniche, commerciali e finanziarie qui indicate mostrano che probabilmente la migrazione a LTE richiederà ancora alcuni anni, investimenti cospicui e non riguarderà la totalità del territorio e della popolazione.

Stefano Festa , strategic marketing director di Skylogic, responsabile della sezione “Satellite” dell’osservatorio ha presentato “Funzionamento e applicazioni dei satelliti di nuova generazione sulla banda Ka”. Festa ha illustrato le caratteristiche tecniche e la capacità di KA-SAT (vedi presentazione allegata) ma soprattutto ha posto la questione se questa tecnologia abbia le potenzialità per essere effettivamente e realisticamente una soluzione al problema del divario digitale. Dal punto di vista della tecnologia e anche del prezzo, le potenzialità sono sicuramente molto interessanti, anche grazie al modello tecnico-organizzativo adottato, che ha come punti di forza la rete terrestre –oltre a quella satellitare- e una rete di teleport connessi tra di loro. Il messaggio importante, dimostrato dall’esperienza KA, è che il satellite, oltra all’infrastruttura, può dare anche i servizi. I vantaggi sono numerosi e si possono riassumere in: velocità della connessione, facilità di installazione, flessibilità, costi contenuti, possibilità di indirizzare la stessa offerta in tutte le zone allo stesso prezzo. Festa ha poi illustrato i servizi supportati da KA, sia B2B, soprattutto imprese e broadcaster, sia B2B2, questi ultimi rappresentati da Tooway tm  che si rivolge soprattutto a consumatori e SOHO. L’offerta per questi vari gruppi di clienti è articolata. Complessivamente, quindi, ci sono grandi potenzialità per sfruttare le quali è necessaria una decisa azione commerciale e di acculturamento dei clienti, accompagnata da una costante innovazione dei servizi proposti.

Marco Rossi , AD di Consutel, ha presentato l’esperienza dell’azienda sul tema “Accessi innovativi per applicazioni video”. Consutel, che si è presentato in partnership con  Valtellina, ha innanzi tutto espresso apprezzamento per la qualità del dibattito e dei temi trattati in ANFoV. Ha poi richiamato il problema del ritardo accumulato dall’Italia riguardo alle infrastrutture ma anche all’uso dei servizi innovativi, in sintonia con quanto precedentemente detto da De Tommaso.
Le preoccupazioni riguardo alla capacità dell’Italia nel tenere il passo dell’innovazione sono sottolineate anche dal confronto con l’esperienza di Consutel in Algeria, paese emergente che ha in campo progetti molto interessanti tra cui la diffusione del servizio Triple Play su FTTX. Consutel ha una partnership con Algerie Telecom allo scopo di portare entro i prossimi sette anni servizi di connettività internet e intranet, telefonia su IP e IPTV a tre milioni di utenti. Il progetto è stato descritto dettagliatamente nei suoi aspetti tecnici, di servizio all’utente e di distribuzione dei costi e ricavi (vedi presentazione allegata). Si tratta di esperienze non direttamente confrontabili con la situazione italiana, sia per la mancanza di legacy che per la situazione regolatoria molto meno complessa. E’ tuttavia interessante chiedersi se anche in Italia l’IPTV possa diventare un driver come sembra destinato ad esserlo in Algeria. Rossi esprime la propria convinzione che il solo servizio televisivo non sia sufficiente ma che al contrario, se l’IPTV è supportato da altri servizi innovativi collegati possa attirare l’attenzione degli utenti che oggi sempre più intensamente si servono della Web-TV. Allo scopo ha fornito una panoramica sui servizi innovativi connessi all’IPTV che potrebbero avere questa funzione. Un esempio è il VOD per il quale l’IPTV risulta essere un sistema particolarmente robusto contro le frodi; interessanti sono anche le potenzialità del Multivision a cui l’IPTV assicura velocità e qualità, così come una gamma molto ampia di servizi di interattività (SMS via decoder, social network su pagine EPG) che consentono di far percepire la fruizione dei contenuti televisivi come un’azione di gruppo piuttosto che del singolo, sondaggi, raccolte statistiche sul gradimento pubblicitario che consentono un ritorno economico per l’operatore, pagamenti online e integrazione con le reti di servizio ai cittadini che ampliano la gamma dei servizi di cui i cittadini potranno beneficiare grazie all’IPTV.
In sintesi, Consutel sta accumulando un‘esperienza molto significativa, anche dal punto di vista del ritorno degli investimenti. Per mettere a frutto tale esperienza in territorio italiano, la collaborazione con Valtellina sarà rivolta ai piccoli operatori che dispongono già di una rete di accesso idonea alla distribuzione del servizio che permette, senza dover ricorrere a investimenti importanti, di cogliere le opportunità sul Triple-Play con nuovi servizi a completamento dell’offerta.

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